sabato 8 settembre 2012

Dietro il muro, il mondo.


Ho bisogno di andar via. Lo sento dentro, è più forte di me. Le cose cambiano troppo velocemente, si cresce troppo in fretta fino a quando è troppo tardi per rendersi conto che le cose che fino a un momento fa erano eteree e lontane, ora sono qui, davanti agli occhi.

Ma io ho bisogno di fuggire, di fuggire dagli eventi ormai certi, di strappare a morsi questa pesante quotidianità, di urlare al mondo quello che sento. 

Si cresce, le cose cambiano, le persone muoiono. Io sono qui. E guardo tutto da un'altra prospettiva. Cerco di scappare ma ci sono solo muri. Finchè mi odio. Mi odio perchè aspetto sempre queste svolte, mi odio perchè non sono capace di crearle da me e soprattutto mi odio perchè a volte non riesco a dire quello che sento.


Dovresti solo guardarmi negli occhi, allora tutto ti sarà più chiaro.
Clem.
 

martedì 31 luglio 2012

L'amore al profumo di lavanda.


L'amore è tutto. Lo so, suona davvero banale, ma è la pura verità. l'amore riempie ogni cosa, l'amore ci rende felici, ci rende vivi.
E mi sento una bimbetta quindicenne scrivendo queste cose, queste frasi poco ispirate e scontate che non sono per niente in sintonia con i toni cupi e sommessi dei miei soliti pensieri.

Ma c'è di diverso che sono innamorata.
Suona smielato e anche un po' compromettente, ma mi sento diversa. Mi sento come se fossi sdraiata in un grosso campo di lavanda profumata. Come se la mia unica preoccupazione fosse starmene sdraiata lì a respirare tutto l'ossigeno di questo mondo.
Mi sento felice, ora.

L'amore, l'amore è tutto.
Ed io, io sono innamorata.
E in questa relazione ci sto mettendo tutta me stessa più che mai.
Clem.

venerdì 13 luglio 2012

La forza degli istanti.





 Le persone sottovalutano gli attimi.
Tutto è perfetto, tutti sono felici. Io sono felice.
Poi succede qualcosa. Non parlo di eventi catastrofici, niente morti e niente incidenti. Accade che un piccolo e insignificante particolare riesce a cambiare tutto. Come può un breve attimo avere tanta forza da cambiare tutto? Perché questa forza non posso averla io?
E dopo un istante mi ritrovo capovolta ad osservare il cambiamento senza poter fare nulla.
Un attimo prima tutto era perfetto.
Un attimo prima io ero felice.
 


Scusate la mia assenza, è stato un periodaccio.
Ma sono tornata, e questo è l'importante.
L'importante è tornare.
Clem.

martedì 5 giugno 2012

Parlarsi con gli occhi.


Ve l'avevo detto, io non so scrivere. Non ho nessun talento e non sono una che riceve complimenti.
Scrivo perchè io riesco a capire me stessa quando tento di spiegare quello che sento. Scrivo perchè la prima a cui bisogna spiegare cosa sta accadendo dentro di me sono proprio io.

Come se per ua volta soltanto riuscissi a liberarmi dalle catene del mio corpo, come se guardassi me da un piano superiore e sicuro. Come se urlassi a me stessa ciò che è meglio fare, ciò che è meglio pensare.
 Scrivere mi aiuta a capire. Come se volessi superare la dimensione dionisiaca dei miei pensieri sublimando il caos che ho dentro la testa in una forma ordinata. 

E tu invece, perchè non riesci a capire? Perchè continui a guardarmi con quegli occhi pensierosi?
A volte penso che dovrei farti leggere quello che scrivo, forse capiresti qualcosa in più di me. O forse l'unico motivo è che io non sono capace di dirtele certe cose, se non con i miei occhi.

Ma tu, tu tutto questo già lo sai. Lo sento.
Clem.

mercoledì 30 maggio 2012

L'acqua che mi scivola addosso.


I cambiamenti mi destabilizzano. Per quanto mi piaccia pensare di essere una persona dinamica e coraggiosa, la verità è proprio questa. I cambiamenti mi fanno paura. Mi fanno paura perchè non riesco a controllarli, sfuggono dalle mie mani, ed io, inerme, non posso far altro che stare a guardare questi pezzi di vita che scivolano via.

Come se fossi sdraiata sul letto di un fiume, cose se volessi trattenere l'acqua che scorre su di me, invece non posso far altro che seguire i flutti.

Le cose stanno cambiando, lo sento sulla mia pelle. E i cambiamenti portano via con sé le mie pochissime certezze, troppo deboli per restare ancorate ad un animo che troppo facilmente le lascia andare. E allora mi chiedo se ci sia qualcosa di costante nella mia vita, qualcosa su cui poter contare anche tra 50 anni. Spero, anzi, sono certa che questo qualcosa esiste, ma forse, ciò su cui possiamo contare, è proprio la speranza che ci sia sempre qualcosa aldilà del cambiamento, qualcosa per cui vale la pena esserci.

I cambiamenti mi destabilizzano, mi fanno paura.
Rimani al mio fianco ancora un po' e, forse, non avrò più paura.
Clem.

sabato 26 maggio 2012

L' arte del non dire.

L'incomunicabilità, è proprio questo che ci distrugge.

Perché quando io e te parliamo, c'è sempre un qualcosa di non detto che si nasconde dietro le parole. Tu lo sai, e lo so anch'io. Perché quando io e te parliamo ho sempre paura che la mia immaginazione mi porti lontano da quello che realmente ci stiamo dicendo nel nostro non dire.
Ma dimmi, chi, chi altro al mondo come noi riesce a comunicare con gli occhi? Chi come noi due riesce a dare tanto valore ai nostri silenzi?
Ho mille cose, da dirti, ho mille considerazioni, progetti. Li cambio di continuo, è vero, però ci sono sempre. Ci sono sempre delle cose che vorrei dirti. Provo a darti questi miei pensieri con lo sguardo perchè la mia bocca non collabora, e so che tu sei in grado di capire. Vorrei parlare di noi, di cosa sta succedendo, di come possiamo rimediare. Vorrei parlarti di me, che non ho più delle certezze, che a volte sono spinta ad odiarti, ma poi realizzo che ho bisogno del tuo esserci, come hai sempre fatto.
Vorrei dirti tante cose.

E quando arriva il momento, e siamo soli sotto casa, potremmo finalmente parlare, potremmo finalmente aprirci. Come ieri sera. E io invece mi paralizzo, mi blocco, come se avessi un pugnale ficcato nella gola. Come se la mia stessa voglia di parlare mi stringesse così forte da non farmi respirare.

Vorrei dirti tante cose.
E invece ogni volta siamo al punto di partenza.
L'incomunicabilità, è proprio questo che ci distrugge.
Clem.

martedì 22 maggio 2012

Come un pugno nello stomaco.

La gelosia che mi prende riesce ad impossessarsi di ogni singola parte del mio corpo. Una furia devastante che mi parte dallo stomaco e si insinua nelle vene.
Ti guardo, ti odio, aspettandomi che tu lo capisca.

Io sono gelosa. Ma di una gelosia violenta, di quelle impetuose che ti annientano. Sono gelosa quando quegli occhi non sono più per me, sono gelosa a tal punto che mi viene voglia di strattonarti e dirti: "guardami, sono qui, non lo vedi?". Sono gelosa al punto di esplodere, al punto di risponderti male e sbatterti le porte in faccia, al punto da non rivolgerti più la parola.

Eppure è soltanto alla fine che capisco di esserlo. Solo dopo nevrotiche esplosioni d'ira, riesco ad ammettere a me stessa di essere gelosa di te.

Io sono gelosa. Ma di una gelosia violenta, di quelle impetuose che ti annientano.
Il punto è che sono gelosa della persona sbagliata.
Clem.

venerdì 18 maggio 2012

Abbracciarsi, come i gatti.


Io penso che le persone si siano dimenticate di come sono fatti gli abbracci. Vanno troppo di fretta per ricordarsi che l'essere umano oltre al cibo e all'aria che respira ha bisogno di un'altra cosa molto importante: le coccole.
Eppure l'orgoglio e la mancanza di tempo ci privano delle piccole manifestazioni d'affetto finchè arriviamo al punto di pensare che ci sono cose la cui assenza non ci tange più di tanto.

Io voglio essere come un gatto. I gatti hanno sempre bisogno di coccole. I gatti non hanno bisogno delle parole per ottenere un gesto d'affetto. Vengono, si strusciano, fanno gli occhi dolci e un paio di fusa e riescono ad ottenere un abbraccio o una carezza.

Io voglio essere un gatto, perchè i gatti hanno capito tutto, perchè i gatti non sono intrappolati nelle convenzioni del linguaggio se vogliono le coccole.

E noi dovremmo fare come i gatti.
Abbracciarci, senza proferire parola.
Clem.

martedì 15 maggio 2012

Come i porcospini.

I porcospini non possono amarsi. Non possono toccarsi, non possono sfiorarsi. Si ferirebbero con i loro stessi aculei e sarebbero costretti ad allontanarsi.
Noi due siamo come due porcospini. E io invece sono un'ingenua.

Sono una piccola ingenua perchè come un porcospino mi rannicchio su me stessa con l'autoconvinzione di potermi bastare, con la sola certezza che mai più mi farò coinvolgere. Sono un'ingenua e sono anche una stupida perchè sto attenta a non creare nuovi legami ambigui e invece mi ci butto a capofitto.

E tu cerchi ogni volta di mettere le radici nel mio petto. Io le taglio e tu le rimetti. E io non riesco mai a non farmi coinvolgere. Mi scrivi che vuoi baciarmi e io non rispondo.

I porcospini non possono amarsi. Non possono toccarsi, non possono sfiorarsi. Si ferirebbero con i loro stessi aculei e sarebbero costretti ad allontanarsi.
Eppure ci riprovano ogni volta.
Clem.

lunedì 14 maggio 2012

Stabile quanto la dinamite.



Io sono una persona incostante. Sono talmente incostante che già avevo quasi abbandonato l'idea di questo blog, e ora sto scrivendo senza avere una vaga idea di cosa tirarne fuori, forse anche per dimostrare a me stessa di essere in grado di portare a termine qualcosa.
Sono incostante, non  rispetto gli impegni e ho paura di legarmi.

Sono un ossimoro vivente, mi sento uno spirito libero eppure ho bisogno di qualcosa o qualcuno che mi tenga di continuo con i piedi per terra. Sono troppo di tutto, sono troppo egocentrica, troppo impaziente, troppo testarda e troppo gelosa. Sono troppo spensierata eppure a volte troppo seria.

Ecco è questo che mi dà più fastidio di me, sono troppo di tutto. Non riesco ad avere delle misure. Cerco costantemente un equilibrio che non ho. Cerco di essere l'opposto di quello che sono, oppure una via di mezzo tra due opposti inconciliabili che mi rappresentano.

Un po' come quando si è a dieta ma non si è pronti a rinunciare alla cioccolata.
Penso in grande e poi ho paura di concretizzare i miei pensieri.
Cerco questa maledetta stabilità emotiva da tutta la vita
e poi penso che forse, forse in questo caos io ci sto bene.
Clem.

lunedì 7 maggio 2012

L'illusione che tutto sia come prima.



Avevo un amico. Non era una persona qualunque, era il mio migliore amico.
E io sono una persona che difficilmente dà l'etichetta migliore alle persone.

Gli aprii il mio cuore, gli confidai cose di me che a nessun altro avevo detto. E gli volevo un gran bene.

Avevo un migliore amico. Un giorno mi disse che provava qualcosa per me. E tutto finì. Mi sentii tradita, umiliata e confusa.

Avevo un migliore amico.
E invece sono scappata.
Clem.

venerdì 4 maggio 2012

Le infinite possibilità.


Sartre diveva che ciò che non è assolutamente possibile è non scegliere.
Pensava che l'uomo fosse messo costantemente di fronte a delle scelte e che quindi aveva infinite possibilità di realizzazione.

Anche quando si ha l'illusione di non scegliere, in realtà si sta compiendo una scelta.
Insomma, io sono qui che scrivo. Eppure potrei scegliere di mollare tutto e partire. Potrei andarmene di casa e spendere tutti i miei soldi per comprare un biglietto. Potrei andare a Parigi.
Potrei scrivere un libro, imparare a suonare la chitarra o partecipare ad un concorso di canto. Potrei decidere di diventare un chirurgo o di fare la giocoliera. Potrei uscire di casa e mettermi a ballare per la strada, potrei andare a correre, o andare in mongolfiera.  
Potrei chiamarti e dirti quello che penso di te.
Potrei sposarmi e avere un figlio, scalare la montagna più alta o tingermi i capelli di verde.

Potrei scegliere qualsiasi cosa. Potrei rivoluzionare tutto in un attimo, adesso.
E invece sono ancora qui. L'ho scelto io.

E non so se questo mi spaventa.
Clem.


martedì 1 maggio 2012

La perdita di ogni inibizione.




Io non sono una che beve. Tantomeno per dimenticare. Non sono il tipo da alcool e discoteca, per intenderci.

Eppure una volta, una volta soltanto, mi è capitato di aver bevuto un po' di più. Era un capodanno, ero con degli amici e ci stavamo divertendo. E ho bevuto un bicchiere di troppo.
Successe una cosa che non mi aspettavo.

Ho cominciato a dire tutto quello che pensavo su ognuno dei presenti. Come se mi cacciassi dalla gola una lunga lista di carta piena di parole. Una lista che tenevo rinchiusa nel mio stomaco da troppo tempo.

Ho detto tante cose quela sera. Ho detto cose belle ma anche cose più cattive. E in qualche modo i rapporti con tutte quelle persone sono cambiati. Però in positivo.

E ho capito che spesso noi ci teniamo dentro cose che neanche sappiamo di tenere rinchiuse nel nostro petto. Ho capito che in questo mondo il disastro più grande non è stata la bomba atomica, non la crisi finanziara e neanche facebook. Il disastro più grande sono le parole non dette.

E allora dovremmo aprire un po' di più queste bocche.
Perchè poi,  potrebbe essere troppo tardi.
Clem.

domenica 29 aprile 2012

Un impasto di colori.



Non so scrivere. Non sono mai stata una di quelle persone che hanno sempre le parole giuste. Io preferisco i gesti. Eppure dentro io sono piena di parole.

Chiudete i vostri occhi, solo per un attimo. Immaginate di trovarvi in un posto caotico. Grida, urla, risate, chiacchiere, suoni, rumori. Tantissima gente che spinge perchè non c'è spazio per tutti. Tantissimi libri intorno, tutti aperti. Gente che si abbraccia, gente che litiga, gente che si stringe la mano. Un vento pazzesco che scompiglia i capelli. Tutti sono felici. Tutti sono tristi.

E tu sei lì, in piedi. In mezzo a tutto questo caos. In mezzo a tutta questa vita.

Ecco. Questa sono io. Io mi sento così.
Come dei colori a tempera tutti mischiati.
Solo che non riesco mai ad esprimerlo.
Clem.